MOLTO PIU’ DI UN SELF TAPE…
EG SHORT:
UN CORTOMETRAGGIO IN PIANO SEQUENZA E LE PERFORMANCE DEI NOSTRI ATTORI DIRETTI CON IL METODO EG.
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EG SHORT – CRITICA
Gli EG SHORT di EG ACTORS LAB diventano materia di analisi di ricercatori e studiosi.
Qui la critica all’EG SHORT VIA COL VENTO (attrice Roberta Valdes) del Dott.DAVIDE PERSICO, critico cinematografico, Phd, collaboratore della Cattedra di Analisi del Film presso Sapienza – Università di Roma e autore dei volumi “Inland Empire. L’illusione e l’assenza” e “Decostruire lo sguardo” (Mimesis Edizioni):
“Il video è ipnotico e intenso. La scelta tecnica dell’inquadratura costruisce un’immagine ovattata che la sospenda tra il reale e il fantasmatico, tra l’onirico e il possibile. L’attrice utilizza due regimi recitativi: da un lato attraverso la parola e un intercalare delle pause che si configurano come micro silenzi esistenziali e intimi; da un lato quello che un osservatore poco accorto potrebbe definire una semplice espressività. Nella recitazione di Roberta Valdes nulla è semplice o scontato. il silenzio diventa componente drammatica grazie alla forza intensiva del primo piano e al controllo totale del volto e delle espressività che esso produce. L’attrice si muove all’interno di uno spazio incerto rimanendo ferma. Lo sguardo in macchina pone la problematizzazione del soggetto moderno che nel primo è costituito dall’attesa dell’evento”
ESTETICA DELL EG SHORT
All’inizio l’estetica dell’Eg Short era quella di un’audizione. Uno spazio neutro con l’interpretazione dell’attore al centro di ogni cosa. Un monologo o un dialogo recitato da protagonista, l’occasione di mostrare al mondo il proprio talento nudo e crudo. Poi è diventato qualcosa di più: una fase del working progress creativo in cui costumi, scenografie, fotografia e inquadrature ricercate incorniciano la recitazione. Un momento di realtà in cui l’attore crea la seconda natura del personaggio, sempre in pianosequenza, senza l’ausilio di un montaggio che andrebbe a manipolare, inquinare l’essenza della sua creazione. Egli è supportato unicamente dalla regia invisibile del regista acting coach. Un accenno di costume e scenografia. La fase liminale della creazione in cui l’artista sta plasmando la seconda natura del personaggio.
Ma l’EG SHORT è anche una piccola opera d’arte compiuta. E’un piccolo cortometraggio in pianosequenza: nel taglio dell’inquadratura, nella fotografia, nella professionalità tecnica dell’immagine e del suono, si respira cinema. Ma c’è anche l’estetica straniante del working progress, il meta cinema: le battute di personaggi secondari che vengono sempre da fuori campo, l’indicazione del regista, l’azione e lo stop: questo ricorda che stiamo vedendo la performance cruda dell’attore, senza post produzione: quello che vedi è ciò che realmente sa fare.
La clip non è stata lavorata, tagliata, manipolata: qui l’attore non bara, l’EG SHORT non è il bluff dello showreel in cui brevi momenti di grazia sparsi e accuratamente selezionati vengono montati insieme per migliorare la percezione della sua bravura. Nell’EG SHORT l’attore è su un campo minato: recita senza stacchi dall’inizio alla fine della scena, come a teatro, ma con la macchina da presa che cattura ogni sua microespressione, pronta a confutarne in ogni istante la credibilità, come al cinema.
Quel che è certo è che dai pochi minuti dell’EG SHORT lo spettatore riceve un’emozione, l’essenza dell’attore che crea il suo personaggio, che esprime a pieno la sua arte.
I migliori EG SHORT realizzato vengono pubblicati su EG CHANNEL e condivisi con la nostra mailing list di addetti ai lavori: registi, casting director, agenti che hanno a loro disposizione una vetrina dove saggiare la professionalità, il talento e la duttilità di artisti veri.